
Itabus S.p.A.
Branding & Art direction
La collaborazione con Itabus S.p.A. cominciò nel Settembre 2019 grazie allo studio O.I.L Design Lab di Milano, con cui vi è una solida collaborazione. Itabus richiese uno studio di brand identity per poter lanciare il proprio progetto di trasporti a lunga percorrenza sul mercato.
In particolare, nel brief iniziale fu richiesto di creare il logo aziendale partendo da una traccia di logo data, e la conseguente livrea della flotta di autobus monopiano e bipiano. Le parole chiave che aiutarono a definire l’identità del brand spaziavano da Tecnologia a Velocità, da Alta Qualità a Risparmio, da dinamicità a compostezza formale.


Analizzato il mercato di riferimento ed i competitor, unito al brief ed alle parole chiave, l’idea fu quella di trasformare in una “Ferrari” un mezzo considerato di bassa fascia e dalla qualità estetica non particolarmente elevata, sebbene i bus della MAN fossero tra i più pregevoli esteticamente presenti sul mercato.
In primis si lavorò sul logo, dando un andamento più dinamico al marchio usando il font Italic e colorandolo di un rosso acceso (PANTONE 485C). Dall’analisi di benchmark con competitor ed operatori del settore trasporti, tra cui Italo, Ryanair, Marinobus ecc. si decise di accostare al marchio anche il pittogramma di un cavallino stilizzato, la cui onda del collo abbracciava parte del marchio. Il logo assunse così una forma all’apparenza molto dinamica, sbilanciata in avanti e dunque sinonimo di velocità.
Fu proprio da questa forma slanciata del cavallino che venne l’idea di ingrandire la sinuosa curva su tutta la fiancata del bus. L’intento era destrutturare, attraverso grandi forme curve, l’anima “scatolare” e fortemente statica del bus, che per sua natura appare massiccio e pesante. L’enorme curva rossa, accompagnata da un pregevole cavallino di pellicola grigio satinata, correva libera sulla fiancata, noncurante della presenza dei finestrini o di altri dettagli tecnici, ed allo stesso tempo integrandosi abilmente con alcuni particolari dei mezzi, come il caratteristico “dente” del Man Lion’s Coach presente nella parte anteriore del mezzo.
Fu proprio questo dettaglio argentato, tipico del mezzo monopiano, che creò la principale difficoltà progettuale. Questo “dente”, che non poteva essere nascosto, aveva una forma totalmente contrapposta alla logica del progetto creato, ma soprattutto non esisteva sul mezzo a due piani. Dunque, oltre all’adattamento grafico tra le proporzioni del Lion’s Coach e del Neoplan Skyliner, si dovette trovare un escamotage estetico per il lunotto panoramico del due piani, dove venne riprodotto con la medesima pellicola satinata.
Il progetto catturò l’attenzione dei dirigenti Itabus, e dopo mesi di revisioni e prove colore per individuare il “rosso perfetto”, vennero realizzate le prime 50 macchine. Oltre alla livrea esterna, allo studio venne affidata la scelta delle finiture interne, mediando tra praticità, pulizia ed estetica coordinata col brand.

“Vi è un aneddoto che più tra tutti ricordo, impresso nella memoria; le componenti interne del mezzo da personalizzare erano circa una decina, e per ciascuna vi erano altrettante finiture possibili. Tutte queste combinazioni non erano presentabili attraverso rendering, in quanto si sarebbero ottenute più di 100 immagini molto simili tra loro, creando confusione.
Scattai dunque una foto all’interno di un bus molto simile, e con Photoshop andai a creare, per ciascun componente da personalizzare, i livelli con tutte le finiture possibili per quel prodotto.
Proponemmo 3 rendering con la nostra selezione di finiture, ma non avendo trovato la composizione giusta, andammo direttamente in riunione con il file Photoshop aperto e componemmo le finiture insieme al cliente. Fu un piacevole esercizio di co-working, che permise di rendere il cliente parte attiva delle decisioni, e semplificando di molto il processo progettuale.”

Il processo di branding si concluse con la definizione delle divise per gli autisti dei bus, optando per un abbigliamento formale ma tecnico, che permettesse agli autisti di gestire agevolmente situazioni di forte caldo o di temperature molto basse. Insieme alle divise, furono progettati gli spazi degli uffici secondo diverse ipotesi cromatiche, le quali però non trovarono seguito.

L'esperienza in casa Itabus si protrasse per ulteriori anni, fino al 2024, rivestendo il ruolo di Art Director interno, sovrintendendo la gestione dell'immagine aziendale e parte della comunicazione, sia interna che esterna. All'intero del team commerciale fui incaricato di realizzare shooting fotografici, gestire i social, riprogettare sito web e app, gestire campagne digitali e OOH, e molte altre attività legate all'immagine del brand, come la progettazione di stand fieristici.